È possibile vendere corsi e consulenze basati sui temi umanistici in una società capitalista? Opportunità, sforzi e rischi

Un articolo di Massimo Bolla

In un contesto economico sempre più dominato dal profitto e dall’individualismo, temi come l’etica, la centralità dell’uomo e i valori umanistici sembrano appartenere a un’altra epoca. Tuttavia, proprio perché controcorrente, queste idee possono rappresentare un’occasione per aprire nuovi mercati. La domanda è: è realistico pensare che corsi e consulenze basati su questi principi possano trovare spazio in una società capitalista? Per rispondere, occorre valutare sia le opportunità sia le difficoltà di una simile proposta.

Opportunità del mercato umanistico

  1. Un bisogno latente: Nonostante la predominanza del capitalismo, c’è una crescente richiesta di significato e benessere, specialmente tra i giovani e i lavoratori più consapevoli. Tematiche come il work-life balance, il welfare aziendale e la sostenibilità stanno guadagnando attenzione. Offrire corsi e consulenze umanistiche può intercettare questa domanda, specialmente in settori come l’educazione aziendale e lo sviluppo personale.
  2. Il vantaggio competitivo della differenziazione: Parlare di umanesimo in un mercato dominato dalla produttività può essere percepito come innovativo. Aziende e individui interessati a distinguersi, per esempio attraverso strategie di marketing etico o modelli di leadership inclusiva, potrebbero vedere valore in una formazione che integra etica e performance.
  3. Il sostegno normativo e sociale: La pressione per affrontare problemi globali come il cambiamento climatico e le disuguaglianze sociali favorisce un clima più aperto ai temi umanistici. Politiche europee e nazionali incentivano iniziative legate alla sostenibilità e al benessere, aprendo opportunità anche per consulenze che promuovano approcci più umani e inclusivi.
  4. Una nicchia crescente: Il concetto di capitalismo consapevole (conscious capitalism) è già in fase di sviluppo in Paesi come gli Stati Uniti e potrebbe trovare terreno fertile anche in Italia. Settori come il coaching, la leadership etica e il benessere aziendale stanno crescendo, dimostrando che è possibile costruire mercati alternativi anche in una società capitalista.

Gli sforzi necessari per aprire il mercato

  1. Educazione e sensibilizzazione del pubblico: In una società spesso disinteressata ai valori umanistici, il primo passo è spiegare i vantaggi pratici di questi temi. Per farlo, è fondamentale utilizzare un linguaggio accessibile e focalizzarsi su esempi concreti, come l’impatto positivo di un ambiente di lavoro più umano su produttività e fidelizzazione dei dipendenti.
  2. Dimostrare un ritorno sull’investimento (ROI): Le aziende vogliono risultati tangibili. I corsi e le consulenze umanistiche devono essere collegati a benefici misurabili, come la riduzione del turnover, l’aumento della produttività o il miglioramento della reputazione aziendale.
  3. Creare contenuti personalizzati: In un mercato frammentato come quello italiano, è importante adattare i messaggi alle esigenze specifiche delle diverse imprese, dalle piccole aziende familiari alle medie imprese industriali.
  4. Innovazione nell’offerta: Integrare strumenti moderni, come l’intelligenza artificiale, con temi umanistici potrebbe rendere i corsi e le consulenze più appetibili. Ad esempio, utilizzare piattaforme digitali per analizzare il benessere aziendale e proporre soluzioni personalizzate.

Rischi e difficoltà

  1. Resistenza culturale: In Italia, molte aziende – soprattutto PMI – sono guidate da imprenditori concentrati sul breve termine e sui margini di profitto. Convincere questi leader a investire in formazione umanistica potrebbe essere una sfida significativa.
  2. Il rischio della marginalità: Temi come l’etica o la centralità dell’uomo possono essere percepiti come accessori rispetto agli imperativi aziendali di profitto e competitività. Questo potrebbe confinare tali corsi in una nicchia troppo piccola per garantire sostenibilità economica.
  3. Greenwashing e incoerenza: In un mercato capitalista, c’è il rischio che i temi umanistici vengano sfruttati solo a livello superficiale per scopi di marketing. Questa pratica potrebbe disilludere potenziali clienti e danneggiare l’intero settore.
  4. Concorrenza dai modelli tradizionali: I corsi di formazione manageriale tradizionali, focalizzati su competenze tecniche e leadership orientata ai risultati, rimangono dominanti. Posizionarsi come alternativa richiede un notevole investimento in termini di comunicazione e branding.

Conclusione

Aprire un mercato basato sui temi umanistici in una società capitalista ed egoista è una sfida complessa ma non impossibile. Sebbene ci siano resistenze culturali e difficoltà intrinseche, esistono anche segnali di apertura verso un modo diverso di fare impresa. Per avere successo, però, è essenziale:

  • Educare il mercato sull’importanza di questi temi con un approccio pratico e orientato ai risultati.
  • Collegare i principi umanistici a vantaggi concreti e misurabili.
  • Creare proposte personalizzate e innovative, capaci di rispondere alle specificità del tessuto imprenditoriale italiano.

Il rischio principale è non riuscire a convincere un numero sufficiente di imprenditori dell’importanza di un cambio di prospettiva. Tuttavia, per chi saprà adattarsi e posizionarsi con intelligenza, i temi umanistici potrebbero non solo rappresentare un’opportunità economica, ma anche un contributo a un sistema più equo e sostenibile.

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