Paura, avidità e… poca sincerità

Un articolo di Massimo Bolla

Adesso ti spiego perché sei povero.

Facciamo un giochino: ti è mai capitato di avere l’impressione di guadagnare troppo poco? Sia da dipendente che da consulente, ti è già capitato vero?

Ora immagina di essere al cospetto del tuo datore di lavoro, o del tuo cliente, il quale, una volta che tu ti sarai lamentato della retribuzione, ti dica “Allora da oggi smetterò di pagarti”.

Molto probabilmente il tuo cuore avrà un sobbalzo, e la paura ti assalirà. Dopo qualche secondo inizierai a dire cose tipo “Ma non è giusto, io ho svolto sempre il mio lavoro con impegno”, ed allora il tuo interlocutore, magari sorridendo, dopo aver tenuto per un poco la sua posizione, ti proponga di raddoppiarti il compenso.

Tu che faresti? Beh, saresti molto probabilmente preso da una sorta di eccitazione e cominceresti ad immaginare cosa comprare, o quale problema risolvere, con quei soldi in più. Ma facciamo un ulteriore sforzo di fantasia: supponiamo che il tuo boss, senza che tu dica niente, ti proponga di pagarti il triplo. Dentro di te ribollono le fantasie più sfrenate su cosa farne di tutto quel capitale e cominci a fare la lista della spesa.

Sono certo che solo ad immaginare questa scena hai provato diverse emozioni: sicuramente la paura che vivi per la congenita e perdurante scarsità di denaro, e poi, preso da sensazioni positive, il desiderio di acquistare ogni cosa che ti piaccia con i soldi guadagnati in più. Sono solo emozioni, anzi, sono grandi emozioni, e portano alla conclusione che tutti hanno un prezzo. La paura spinge fino al livello in cui l’avidità, per un poco, è soddisfatta.

 

Fai una buona scuola, trova un bel posto fisso e sarai felice

Questa è la più grande menzogna a cui pure io ho voluto credere per tanto tempo, ma poi, un po’ per indole, un po’ perché sono un osservatore di comportamenti e riconosco i disagi dietro i sorrisi, mi sono accorto che questo schema è quello che fa vivere nella paura la maggioranza delle persone che, senza rendersene conto, sono piene di debiti e scadenze a cui non possono sottrarsi.

Quante persone non dormono la notte perché desiderano più soldi? E’ la paura che le tiene sveglie e vivono nella speranza che qualcosa accada. Si svegliano bramando denaro  per soddisfare i propri bisogni, e quando prendono lo stipendio, o gli viene pagata la fattura, passano ad uno stato di apparente e fatua felicità perché finalmente possono spendere. Ma il desiderio di avere di più, e la facilità con cui volatilizzano il denaro guadagnato, li riporta presto nella paura. Un loop infinito in cui non conta quanto guadagni, perché la paura di non far fronte agli impegni o ai propri desideri non ti molla mai.

Io ne ho viste una infinità di persone che seguono lo schemino della buona scuola, buon lavoro, due settimane di vacanza (magari in giugno/luglio perché costano meno e si è trattati meglio), e che sostanzialmente sono delle bugiarde croniche. Bugiarde con se stesse, perché mentre credono di essere onesti lavoratori che vivono nella moralità e nella correttezza, in realtà sono degli schiavi che lavorano per soldi, ma non lo vogliono ammettere nemmeno a loro stessi. Questa è la bugia.

 

Lavoro per la soddisfazione. I soldi non sono importanti per me

Sentirsi dire una cosa del genere da persone che sgobbano (a vario titolo) dieci ore al giorno, mi ha finalmente chiarito della natura menzoniera di chi vive nella paura e nell’avidità.

“Se non ti interessano i soldi, perché lavori?”

“Per magiare, pagare le bollette, le tasse, per divertirmi…”

Quindi il tuo fine sono i soldi, ed il mezzo è un lavoro che quasi mai ti piace caro mio. Non si esce da questo schema e, come ho scritto prima, anche se il tuo stipendio/compenso è molto alto, la situazione non cambia. Quanti ci siamo chiesti negli ultimi decenni perché certi miliardari si siano imbarcati in imprese faraoniche, invece di godersi i loro enormi fondi? Li muove la paura e l’avidità, la sete di potere e di guadagno, che poi incrementa la paura di perdere tutto per cui ci si dà da fare ancora di più.

 

Come se ne esce da questo schema?

Non è una cosa facile, perché il primo ostacolo sei tu. Ammettere di essere schiavo dei soldi ed avido da volerne sempre di più, è il primo passo. Qualcuno pensa che sia un problema da giovani, ma il desiderio aumenta con l’età e così il costo dei gingilli che vogliono comprare.

Tutto ciò che ti spinge a lavorare di più per soddisfare quelle voglie illusorie che sono i beni materiali, è ignoranza, e nessuno a scuola te l’ha insegnato, anche se hai preso voti bellissimi. Anzi, è proprio a scuola che hai imparato a seguire gli schemi degli altri, ed è proprio lì che ti sei dato da fare per prendere un bel voto per ripiombare subito dopo nello studio per portarne a casa un altro.

Per me la scuola è stata un punto d’inizio, l’ho veramente sfruttata per migliorare ciò che già facevo al lavoro (ed è quello che consiglio a tutti quanti), mentre per molti è il termine di una certa vita, per poi entrare in quella definitiva fatta di paura, lavoro, guadagno, desiderio, paura.

Per tutta la vita!

Nel lavorare come schiavi per comprare le cose che si desiderano non è rispettoso per se stessi, eppure, guardati in giro, e vedrai che praticamente tutti quelli che conosci fanno così, anche quelli che a te sembrano bravi e, magari, insegnano agli altri ad avere successo. Successo? Libertà?

Ma non saresti molto più onesto ad ammettere che hai una paura fottuta del domani, di non ottenere quello che vuoi o, peggio, di perdere quello che hai?

Magari ti stai dando da fare per alzare il tuo livello culturale, per fare fatture più pesanti: e questo pensi che sia un bene per te e la società? Ne parlerò nel prossimo articolo, qui ti lascio solo con uno spunto di riflessione.

Hai paura vero? Ora te ne sei accorto e non sai come fare a scacciarla.

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