ISO 9001:2015 – Come gestire gli strumenti di misura in modo professionale senza andare all’università?

Un articolo di Massimo Bolla

Ho già trattato il tema dei mezzi di controllo e di come la nuova norma ISO 9001:2015 affronta l’argomento mezzi di controllo, ma oggi voglio dare un po’ di suggerimenti pratici a tutte le persone che mi contattano chiedendo chiarimenti.

Se sei su questo blog sai benissimo quanto io odi le complicazioni inutili e quindi cercherò di utilizzare parole semplicissime e di darti anche gli strumenti per mettere in pratica da subito e gratis quello che ti dico (ti regalo software e procedura… prima però leggi queste righe).

Cerchiamo di inquadrare il problema facendo un esempio familiare a tutti:

  • moltissimi dei lettori hanno a casa una bilancia su cui la mattina si pesano per vedere se il regime alimentare adottato funziona 🙂
  • a parte per chi desidera “un aiutino” da parte della bilancia, credo che sia interesse di tutti essere certi che la misurazione del peso sia corretto (altrimenti che ti pesi per fare?)
  • come si può essere certi che la bilancia sia “precisa”? Uno dei modi potrebbe essere il verificare il peso letto a casa con quello fornito da una bilancia di farmacia, dando per scontato che la bilancia della farmacia (che costa almeno 1 euro a pesata) sia giusta.

Ho volutamente usato termini del gergo comune (precisa, giusta, ecc…), niente di tecnico, perché per ora non serve andare oltre.

Quindi noi abbiamo:

  • un mezzo di controllo (bilancia casalinga) di cui vogliamo confermare la precisione che aveva quando era nuova (10.000 pesate fa),
  • uno strumento campione (bilancia farmacia che supponiamo tarata correttamente) con cui controlliamo e confermiamo la correttezza del nostro mezzo di controllo.

Manca solo un passo per essere tranquilli: ogni quanto tempo riteniamo necessario fare il confronto tra le due bilance, la nostra ed il campione? Diciamo che, visto che la bilancia si usa solo una volta al giorno e che mezzo chilo più, mezzo chilo meno, non muore nessuno, potremmo decidere di fare il controllo ogni 6 mesi (questa si chiama frequenza di controllo).

E’ tutto chiaro?

Se lo è, la buona notizia è che hai capito esattamente cosa devi fare in azienda:

  1. elenca i tuoi strumenti
  2. stabilisci che “precisione” devono avere (1/10 mm, 1/100 mm, ecc…)
  3. stabilisci come controllarli e ogni quanto controllarli
  4. accertati che gli strumenti che usi per il confronto siano sicuramente precisi

Il punto 4 è quello che normalmente ci porta a parlare di campione certificato, ovvero un parolone per dire che il campione deve essere stato controllato da un Laboratorio che ha determinate caratteristiche (Chi controlla il laboratorio? E chi controlla il controllore del Laboratorio? E il controllore del controllore? Lascia stare e limitati a comprendere bene le regole basilari) e che rilascia un pezzo di carta a garanzia delle misure effettuate.

Tutto facile a livello concettuale, soprattutto perché per ora abbiamo usato termini semplici, d’uso comune, ma che sono sufficienti ad entrare in argomento.

 

La pratica è diversa dalla teoria

Fai una prova: sali sulla bilancia e leggi il peso. Poi scendi e risali e leggi il peso. Poi rifai la stessa cosa per altre 8 volte e scrivi i 10 pesi che hai letto. Probabilmente ti accorgerai che tra le misure ci sono delle differenze.

Se la tua bilancia ha una scala (si chiama risoluzione) di 1 KG magari una volta leggi 70 KG e la volta successiva 69, poi ancora 70, poi 71, ecc…

A questo punto sei incerti: quanto pesi veramente?

Ecco, hai scoperto il concetto di incertezza della misura e dipende dal fatto che una bilancia tarata che ha una risoluzione di 1 Kg ti darà una misura necessariamente compresa tra +- 1 KG.

Quindi tu pesi 70 KG +- 1.

Brutto vivere nell’incertezza vero? Se vuoi toglierti un po’ di incertezza basta che corri a comprarti una bilancia che misura e ti fa leggere l’etto e l’incertezza scende a +- 0,1 KG.

Ma fai un’altra prova (la bilancia mi odierà): fai ancora 10 misurazioni del tuo peso, però prova a salire sulla bilancia posizionandoti in angoli diversi, salendo in alcuni casi in modo tranquillo ed altri in modo brusco.

Ti accorgerai che la bilancia commette errori maggiori: saltando sulla bilancia in modo brusco, invece che salirci dolcemente, otterrai misure diverse anche di 2 o 3 KG (prima al massimo la differenza era di 1 Kg).

Allora sei ancora più incerto! Si, perché hai imparato che oltre alla scala dello strumento (risoluzione), anche il “come lo usi” può variare la misura.

Due incertezze si sommano e tu ora sai che pesi 70 KG +- 3

Quindi tu potresti pesa da 67 a 73 Kg: che ti pesi a fare se questo è il risultato?

In azienda funziona allo stesso modo: ci sono strumenti che, per quanto tecnicamente molto precisi, danno una misura influenzata da chi e da come ha fatto la misurazione.

Fino adesso abbiamo parlato di misure, ma come sai bene ci sono controlli che sono effettuati visivamente (i mezzi di controllo sono gli occhi) e sono influenzati dalla persona che li fa e, spesso, dall’ambiente di lavoro in cui li fa: prova a trovare una macchia su un pezzo verniciato quando c’è una luce adeguata o quando è buio?

Incertezza, questa è la parola magica.

 

Nella vita non c’è niente di certo (a parte la morte e le tasse)

Ti ricordi quando prima abbiamo detto che a casa anche se la bilancia sbaglia di mezzo chilo non muore nessuno?

Lasciando stare Heisenberg e il suo principio dell’indeterminazione, in azienda, se tu dovessi pesare un articolo che deve avere una tolleranza massima di 10 grammi, puoi usare una bilancia che ha una incertezza di 1 KG?

Ovviamente no, perché non saresti sicuro (saresti incerto) di spedire prodotti conformi e quindi non basta controllare se lo strumento è tarato, ma sarebbe opportuno verificare se le modalità che adottiamo per fare la misura (strumento, personale, ambiente) garantiscono una incertezza accettabile (1/10 della tolleranza ammessa per la caratteristica misurata sarebbe l’ideale).

Per questo motivo ho realizzato l’area metrologica di MyMax Work non limitandomi alla catalogazione degli strumenti e alla registrazione dei controlli, ma inserendo vere e proprie funzioni statistiche in grado di calcolarti (se lo desideri) l’incertezza della tua misurazione.

Per fare ciò basta ripetere la stessa prova più volte con uno stesso strumento e cambiando gli operatori: questa prassi è obbligatoria in ambito automotive (MSA) e si applica sia alle misurazioni numeriche che per attributi (R&R), ma di questo ne parleremo in un altro articolo (su Mymax c’è anche l’applicazione R&R).

Per comprendere come funziona MyMax Work basta che gratuitamente ti registri, entri nella guida e ti scarichi la procedura

Se sei già registrato basta che entri in MyMax utilizzando i tuoi dati personali e puoi metterla in pratica in pochi minuti, gestendo senza carta tutti gli strumenti che vuoi esattamente come abbiamo detto sopra:

  • cataloghi gli strumenti con tutti i loro dati
  • pianifichi i controlli e la frequenza di controllo
  • MyMax ti avvisa quando è ora di farli (internamente o esternamente)
  • registri tutto su MyMax e, se hai la licenza MyMax PRO, puoi anche salvare su MyMax i certificati esterni di taratura

Con la licenza MyMax PRO disponi anche di tutte le procedure in formato Word da adattare facilmente al tuo sistema e, come sai, MyMax PRO costa come tre cappuccini al mese.

Ora hai capito come si gestiscono gli strumenti e le misure in una azienda e, se vuoi, puoi cercare on line le teorie e le parole complicate, ma la cosa importante è che hai tutti gli strumenti per fare bene e senza nessun costo.

Ancora una volta ti ho dato armi affilate per gestire il sistema qualità in modo efficiente.

Sono certo di essere il primo (e tuttora l’unico) in Italia a sostenere con proprie risorse una così importante iniziativa che ti permette di lavorare bene e non di discutere sulle filosofie del niente: sta a te approfittarne o disboscare l’Amazzonia per fare un sacco di carta inutile e perdere molto tempo prezioso.

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